DAl blog di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, in visita alla Festa per i vent’anni di Comunità Giovanile. I ragazzi per il ministro non possono essere visti secondo vecchie categorie: le comunità una chiave per una prospettiva di lungo periodo
Responsabilizzare i giovani, renderli protagonisti in un’era di incertezze, far sì che costruiscano da sé la propria realtà senza dover subire passivamente “ricette” studiate da adulti legati a schemi superati. Così il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (PdL) alla festa di Comunità Giovanile, apertasi questa sera alla Colonia Elioterapica. Con l’associazione bustese il rapporto aperto è importante: il suo esempio è fra quelli presi in considerazione per il ddl sulle comunità giovanili in discussione alla Camera.
Per i vent’anni di CG il ministro si è sobbarcata il viaggio andata e ritorno da Roma. Peccato che gli inesorabili ritardi dei cieli italiani l’abbiano fatta ritardare di un’ora e costretta a tagliare corto sul suo intervento. Un discorso politico il suo, in un momento in cui di tutto si parla tranne che di politica, e un discorso politico avanzato da una donna di destra in un momento in cui la categoria, per usare un eufemismo, non è al suo meglio. “Per fortuna che Giorgia c’è”, viene da dire parafrasando uno slogan. Il primo a pensarlo deve essere stato il presidente di Comunità giovanile Stefano Gussoni, che ha letteralmente messo i capelli bianchi nell’attesa snervante che l’ospite, giunta senza fanfare o scorte particolari, atterrasse.
“Laddove è mancato il sostegno istituzionale” ha detto Meloni alla stampa arrivando alla Colonia Elioterapica, “il movimento spontaneo dei giovani ha costruito opportunità per far sport, tempo libero, aggregazione sociale”. Il ddl presentato nel maggio scorso dal consiglio dei ministri. nasce anche da qui. E dai mille esempi piccoli e grandi di risposte al vuoto di iniziative e di cultura. Inoltre, annuncia il ministro, ci sarà un bando per associazioni composte a maggioranza da giovani che portino avanti attività sociali di vario tipo.
“I giovani sono più di quello che i media dicono e la politica interpreta. Non ci sono solo bullismo e degenerazione, ma anche tanti ragazzi che dedicano qualcosa di sé agli altri”. E lo fanno benchè siano, rimarca Meloni, “la prima generazione nella storia repubblicana che si confronta con una realtà peggiore di quella trovata dai genitori”. Sul perché si stia peggio oggi di trent’anni fa si potrebbero fare interessanti riflessioni, ma non ce n’è tempo. “Mi fa sorridere” sentenzia il ministro “vedere certa intellighenzia, certi sociologi, interrogarsi e discettare se i giovani di oggi somigliano più alla generazione del Sessantotto o a quella del Settantasette. Questa gioventù va raccontata per quella che è, nel suo contesto”.
La politica italiana è spesso incapace di affrontare le grandi questioni. A dirlo è il ministro, che rigetta “soluzioni settoriali” come le politiche giovanili nella loro accezione fin qui prevalente, e si dà un obiettivo ambizioso: “dare risposte di lungo periodo, vedere cosa resterà tra venti-trent’anni”. Il tutto in un contesto in cui la gioventù è ancora una categoria sociale invece che anagrafica, un “meme” figlio del Sessantotto anche questo. Per non lasciare nel limbo una gioventù dal capitale politico sempre più limitato in una società largamente anziana, per responsabilizzarla, c’è l’esempio delle comunità: “per fare e stare insieme, contro l’individualismo dilagante, a partire da scuola, università, dalla famiglia”.
E insieme a questo, la meritocrazia: “vuol dire rimuovere le barriere, passare dalla società che ha voluto produrre uguaglianza nelle condizioni di arrivo a quella che dia condizioni uguali in partenza”. Anche nella scuola, con gli interventi per il diritto allo studio: “135 milioni di euro in borse per gli studenti”.
Al ministro, costretto da un tempo tiranno a correre di nuovo a Malpensa, Comunità Giovanile ha donato una targa ricordo, una maglietta e un cappellino. Così commenta la serata il presidente Stefano Gussoni: “Per noi la cosa più importante è di poter portare il nostro contributo di esperienza per il ddl sulle comunità giovanili, perchè le leggi devono interfacciarsi con la realtà. Questa nostra festa, da oggi al 12 luglio, è per dire forte e chiaro chi siamo. ?ersona al centro, realtà in rete, sussidiarietà applicata, rapporto con no-profit e con aziende saranno i nostri temi”.
1 commento:
i giovani dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter decidere del loro futuro. Oggi questo viene fatto e male da una classe politica vecchia e superata.
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