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martedì 2 giugno 2009

Giovani e Politica


Oggi ho ascoltato per radio un'interessante diretta dalla fiera del libro del libro di Torino, c'era Massimo D'Alema e poi Gianfranco Fini che rispondevano alle domande dei ragazzi dei licei.
D'Alema ha ricordato il famoso '68, ha detto che in quegli anni tutti i ragazzi improvvisamente iniziarono a scoprire l'impegno, iniziarono a mettere in discussione la società e le istituzioni, partecipavano ai dibattiti politici, scendevano in piazza e riempivano le assemblee scolastiche.
Da quel periodo sono nate tante cose giuste e qualcosa di sbagliato, ma, ha ricordato d'Alema, la sensazione forte era questa carica di energia fortissima che aveva il movimento, che trascinava tutti i giovani, i ragazzi, gli animava, volevano cambiare il mondo.
L'impegno politico era totale, aldilà dello schieramento al quale poi ogni ragazzo sceglieva di appartenere.
Sono passati 40 anni dal '68, i tempi e la realtà attuale sono totalmente lontani, l'idea che possa ripetersi un'esperienza del genere è fuori discussione, anche perchè storicamente i movimenti d'opinione non si ripetono.
Però viviamo, forse da troppi anni, un momento di allontanamento politico da parte dei ragazzi che è diametralmente opposto al '68.
Un sondaggio fatto dal Corriere della Sera pochi mesi fa ha evidenziato che solo il 6% dei ragazzi (con meno di 18 anni ) si interessa di politica, ed il 92% degli stessi non si fida dei politici e delle istituzioni.
Dati preoccupanti.
Dati preoccupanti soprattutto se si pensa che la politica ci coinvolge tutti, ogni giorno vengono prese decisioni che ricadono sulla nostra pelle. Disinteressarsi significa accettare passivamente ogni scelta che viene fatta non solo dal Governo, ma anche dalle amministrazioni locali.
E' ora di cambiare strada.
E' ora di riprendere il cammino che porta ad interessarsi della società in cui viviamo, a partecipare attivamente alle scelte che attuano i nostri amministratori.
Qual'è il primo passo ?
Informarsi.
Leggere quotidiani, navigare in internet, tenersi aggiornati su quello che succede, sia a livello nazionale, sia a livello locale.
Farlo con spirito critico. Farsi un'opinione su quello che succede, evitando i luoghi comuni.
E poi cercare di agire, ognuno secondo la sua sensibilità.
A proposito di sensibilità, D'Alema diceva che vede nei giovani una sensibilità molto forte riguardo i problemi ambientali, che gli adulti non hanno.
Lui auspicava  che la stessa sensibilità i giovani la sviluppassero anche per altri temi, per esempio l'economia, o altro.
Io penso che l'importante è iniziare ad agire. Mi è capitato proprio in questi giorni di osservare come alcuni esponenti politici locali siano molto sensibili al colloquio con i ragazzi. 
Smentendo, se ce ne fosse  bisogno, tutti i luoghi comuni che accompagnano i nostri politici.


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